Letizia Vicidomini - Non si uccide il passato

13.05.2025

Andrea Martino è andato da poco in pensione. Ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità, dare un volto e un nome ai colpevoli per donare pace alle vittime, per farle riposare in pace e lasciare espiare i torti ai colpevoli. L'ex commissario si muove nella sua assolata e bellissima Napoli e si trova a dover fronteggiare i primi acciacchi dell' età dovendo subire un intervento all' occhio. Non basta questo pensiero però. Il marito di una infermiera che lo segue in questo percorso personale viene ucciso e lui non riesce a stare con le mani in mano. Vuole aiutare la giovane vedova a dare un volto al colpevole anche se cercando informazioni si viene a sapere che il defunto non era per niente una brava persona. Era violento e invischiato con la camorra, chissà quanti altri segreti nascondeva.. ma può bastare? certo che no... Andrea Martino deve fare i conti col passato, col passato familiare. Suo nonno, anche lui commissario di polizia, era stato vittima di un assassinio irrisolto. Sembrava tutto caduto nel dimenticatoio, era accaduto nel dopoguerra e gli anni passati e le vite andate avanti con molti pensieri e problemi avevano accantonato la memoria ma "non si uccide il passato" e quando per qualche motivo riaffiora e Andrea non riesce ad accantonare. Deve trovare la voce della verità e farla sentire. 
Avevo già avuto la possibilità di conoscere Andrea Martino, la famiglia, la squadra e Napoli e visto che è impossibile, purtroppo, che il male si fermi, li ho rincontrati molto volentieri. Andrea è un uomo di altri tempi, gentile, cordiale, sincero, amante della verità e della vita. Lui come la famiglia, i suoi amici e colleghi dovrebbe riempire il mondo. Purtroppo non è così, il male c'è e c'è bisogno che qualcuno si faccia carico di combatterlo per primo, dare il buon esempio e gli altri seguirlo. Non è facile, le situazioni, la vita e le mille cose che girano intorno a volte non permettono di seguire le giusta via e questo non porta mai con sé del bene.. Letizia porta i suoi personaggi alla vita, bello rilassarsi nel tranquillo giardino di Andrea, seduti con lui e Luisa a prendere un vero caffè e parlare e ricordare la vita e pensare al futuro. Bello girare per Napoli con Andrea e il commissario a cui ha lasciato il comando, Michele Loffredo, per scoprire la verità e continuare a coltivare l'amicizia. 
Questo romanzo si presenta come un giallo, c'è un omicidio e bisogna mettere dietro le sbarre il colpevole, ma poi scavando si trova molto di più. Si trovano i sentimenti, le paure dei personaggi, la ricerca di quella vita che siamo sicuri di meritare e vivi, anche se solo nella mente, tra le vie della città, le belle strade tranquille e quelle buie della malavita. È un libro che si legge bene, scorrevole con momenti di angoscia mitigati da altri spensierati per smorzare le brutture del genere umano.. 

Trama:

«Riteneva che uno dei tesori più grandi dell'uomo, da preservare e offrire a chi rimane, fosse la memoria del passato. Il passato non muore mai. Se lo fa è solo perché siamo noi a ucciderlo.»

In una assolata Napoli, l'ex commissario Andrea Martino, in pensione da poco, è alle prese con i primi acciacchi dell'età e con un intervento a un occhio. Tra una visita e l'altra, non riesce a vederci chiaro nemmeno sullo strano omicidio del marito di un'infermiera che lo segue: tutti sembrano avere buoni motivi per aver eliminato l'uomo, violento e colluso con la camorra, ma nessuno pare essere l'effettivo colpevole. Parallelamente, un'oscura vicenda del passato torna a bussare alla porta di Andrea, chiedendogli di fare i conti con l'irrisolto assassinio del nonno, anche lui commissario nel dopoguerra. In entrambi i casi, Martino si troverà di fronte all'abisso del dolore, che sembra non risparmiare nessuno.

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