Indagine Armando Guarino

1. Quando hai iniziato a scrivere?
In realtà, avendo un passato da imitatore (ero bravo, facevo spettacoli nei villaggi turistici e in tutta la Campania), scrivendomi i testi comici, in qualche modo scrivo da quando avevo quattordici anni. Il mio primo libro pubblicato però è del 2015, Il pescatore di fango, edito da QP Edizioni e poi ripubblicato l'anno seguente con lo stesso titolo da David And Matthaus.
2. Come costruisci i tuoi personaggi e la tua trama?
La costruzione ha strutture e momenti diversi ma una stessa origine. Parto sempre e comunque dalla storia che voglio raccontare e/o dai temi che voglio trattare e cerco dei personaggi che la possano raccontare al meglio. Nel 2023 è partita una serie che vede tra i protagonisti una psicologa criminale (Susy Scala) e questo mi permette però di raccontare più storie che sono nelle mie corde.
3. Quanti libri hai scritto finora e quanti ne hai pubblicati? Casa editrice o self-published?
Dal 2015 a oggi ho pubblicato con case editrici otto romanzi e tre racconti.
4. Quale dei tuoi libri hai trovato particolarmente difficile da scrivere?
Nel 2022 ho pubblicato "Ben Moussa, il bambino nello specchio", primo romanzo non di genere dopo una serie di quattro gialli dal 2015 al 2021 (escludendo il primo). Era una storia alla quale tenevo tanto e, avendo come obiettivo dalla ce la serie gialla da proseguire, ha avuto una genesi che è durata più di due anni. Cambiare registro e struttura narrativa non è stato semplice, ma al contempo è uno dei romanzi che mi ha dato più soddisfazione e che amo di più.
5. Quale parte del tuo libro ti ha creato maggiori difficoltà?
In "Un attimo prima di morire" come ne "La solitudine dei corpi", i miei due ultimi romanzi gialli, la difficoltà nasce dal fatto che in entrambe le storie i casi da risolvere sono due e spesso sono indagini per le quali c'è anche un discreto movimento avanti e indietro nel tempo. In questi casi non perdere il filo della storia e lasciare intatta la tensione non è semplice.
6. Con quale dei tuoi personaggi ti identifichi facilmente? Perchè?
Non esiste un personaggio con il quale mi identifico in realtà. Ti rispondo come nelle presentazioni quando mi chiedono quanto ci sia di autobiografico nei miei personaggi: in ognuno di loro, come per i figli, c'è qualcosa di me. Nessuno mi assomiglia totalmente.
7. Quanto è durata la tua ricerca per il libro?
Per "Un attimo prima di morire" un po' di più perché avendo uno dei personaggi delle caratteristiche specifiche (no spoiler) ho dovuto informarmi con precisione cosa poteva essere plausibile o meno. Ho la fortuna poi di avere degli amici che mi supportano su procedure poliziesche e medico legali.
8. Ci sono personaggi nei tuoi libri che hanno delle somiglianze con te o con persone che conosci?
Con me, come ho detto prima, possono avere dei tratti in comune, ma sarebbe lungo e complicato elencarteli. Vero è che però ogni personaggio si ispira a qualcuno che in un modo o nell'altro ha attraversato la mia vita, anche per qualche secondo magari, ma che in qualche modo mi ha colpito e portato a creare su di esso un personaggio di fantasia.
9. Il tuo personaggio principale è una persona con cui normalmente andresti d'accordo?
Non sempre, ma anche con i tuoi figli non sempre riesci ad andare d'accordo, no?
10. Sviluppi i tuoi personaggi mentre scrivi oppure li conosci già prima di iniziare a scrivere?
Di norma li sviluppo prima, ma capita che a volte, come è successo con Corrado Rota negli ultimi due libri, loro si animino di vita propria e mi bussino sulle spalle per reclamare più spazio. E io non posso fare che cedere…
11. Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
La musica. Mi piace scrivere con un sottofondo musicale che, ultimamente scrivendo gialli, va molto nell'urban e nell'indie prevalentemente anglosassone.
12. Com'è il tuo spazio di scrittura?
Caotico, purtroppo. A volte per colpa mia altre per cause esterne, ma raramente riesco a scrivere in uno spazio tranquillo. C'è da dire anche che, visto che il mio lavoro principale è un altro, spesso sono costretto a scrivere in momenti non proprio usuali.
13. Hai mai viaggiato per raccogliere più informazioni per il tuo libro?
Ambientando gli ultimi a Napoli non parlerei di "viaggi", ma di esplorazioni di luoghi particolari, sì. La precedente serie gialla però era ambientata in Sardegna e, oltre a conoscerla perché meta delle mie vacanze da anni, in quel caso la giravo tutta per avere spunti su nuovi siti o posti da narrare.
14. Cosa ti aiuta a rilassarti mentre scrivi?
Sempre la musica. La musica ha una valenza forte per me, spesso la cerco anche in altri momenti della mia giornata.
15. Secondo te, cosa rende una storia spettacolare?
Dovresti definire "spettacolare"… in un giallo sicuramente è il classico colpo di scena finale dove nulla è come sembra. Vorrei però che più che spettacolare la storia fosse interessante e avvincente. Non credo che il colpo di scena salvi un libro scritto male o una storia poco interessante e che invece sia fondamentale che la storia ti porti, pagina dopo pagina, a voler andare avanti e proseguire la lettura.
16. In quale momento della giornata scrivi di più?
Un po' per necessità, un po' perché è quello il momento in cui riesco a convogliare tutte le condizioni favorevoli, scrivo molto di notte
17. Chi sei quando non scrivi?
Mi piace pensare che sono tante cose: un padre, un marito, ancora per fortuna un figlio, un impiegato di banca, ma anche una persona dalle mille passioni e che lotta per poterle esercitare tutte.
18. Come stabilisci i nomi dei tuoi personaggi?
Un po' come definisco i loro caratteri, cerco di trovare nomi che siano quanto più vicini alla realtà e che siano plausibili soprattutto in relazione all'origine geografica dei loro personaggi. Per i protagonisti poi cerco anche qualche combinazione che "suoni" anche bene, che non sia cacofonica.
19. Cosa ti ha ispirato nell'ambientazione del tuo libro?
Napoli offre più di un'ispirazione. In realtà per molto tempo ho avuto il problema contrario perché Napoli ti intimorisce: non solo è prepotente e rischi che l'ambientazione si fagociti la storia e i personaggi, ma su Napoli in più si è detto di tutto e basta davvero poco per scivolare nel banale, nel già detto, già visto. Ho dovuto attendere 5 libri per vincere questa ritrosia e ambientare le mie storie a Napoli.
20. Qual è la cosa più difficile nello scrivere un personaggio del sesso opposto?
Quando un personaggio nasce nella mia mente, nasce con un suo carattere, una sua personalità che deve essere spiccata, emergere dalle altre e con tutte le sue sfaccettature. Scrivere di un personaggio del sesso opposto, implica una sensibilità e un'attenzione elevata alla massima potenza perché si può facilmente rischiare di cadere su stereotipi, su figure poco profonde che siano etichettabili facilmente, mentre nessuno di noi può essere relegato a una categoria particolare.