Indagine Antonella Sacco

Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a tenere un diario verso i dieci anni e ho continuato per molto tempo, tentando anche di quando in quando qualche poesia o qualche storia, ma di nessun valore. Mi sono dedicata a scrivere con l'idea concreta di pubblicare oltre trent'anni fa.
Come costruisci i tuoi personaggi e la tua trama?
Non mi sembra di avere un metodo preciso. Seguendo l'idea di partenza (perché un'idea di partenze ci deve essere) cerco di svilupparla in modo che sia coerente e credibile. A volte sono i personaggi stessi a indicarmi quale strada prendere. Rileggo molte volte, anche per verificare che "le cose tornino".
Quanti libri hai scritto finora e quanti ne hai pubblicati? Casa editrice o self-published?
Ho pubblicato 4 libri per bambini/ragazzi con editore; in self 14 (più altri 8 con uno pseudonimo), alcuni sono raccolte di racconti (fra cui una gratis), altri romanzi o romanzi brevi (anche per bambini).
Quale dei tuoi libri hai trovato particolarmente difficile da scrivere?
I romanzi sono tutti "difficili" da scrivere, perché le storie devono essere credibili (anche se fantasiose o surreali), i personaggi si devono comportare in modo coerente con il proprio carattere e con ciò che accade loro. In una storia lunga mantenere questo non è sempre facile. Un'altra cosa che (almeno per me) è importante tenere sotto controllo è il susseguirsi cronologico degli avvenimenti. Anche se non sono raccontati nell'ordine in cui sono avvenuti, devono essersi verificati in tempi realistici. Ad esempio un bambino deve nascere dopo circa nove mesi, al minimo dopo sette (ma allora ci devono essere circostanze particolari) e quindi il periodo dal concepimento al parto non può diventare tre mesi o un anno… quindi gli eventuali altri eventi si devono armonizzare con quei sette-nove mesi.
Quale parte del tuo libro ti ha creato maggiori difficoltà?
Nei primi tempi mi è capitato di iniziare a scrivere una storia senza avere immaginato più o meno tutto lo svolgimento, e in quel caso la parte più problematica è stata il finale. In seguito non mi sono più messa a scrivere qualcosa se già non avevo un'idea di come sarebbe finita, almeno a grandi linee. In generale, comunque, il finale è per me sempre un punto delicato, perché spesso un romanzo (o un film) intrigante viene rovinato all'ultimo da un finale deludente.
Con quale dei tuoi personaggi ti identifichi facilmente? Perché?
Con donne indipendenti, che amano la libertà. Perché in questo mi somigliano o, almeno, questo è ciò che sento. Un personaggio in particolare con cui mi identifico è un anziano calzolaio appassionato di Matematica, perché anch'io lo sono (o lo ero), che insegna ad amare questa scienza alla protagonista del romanzo (Lidia, che detesta la Matematica).
Quanto è durata la tua ricerca per il libro?
Questo dipende dalla storia. Non saprei dire. Comunque, per le storie ambientate nell'epoca attuale non molto, anche se tendo a controllare anche cose che so, per non correre il rischio di scrivere cose sbagliate.
Ci sono personaggi nei tuoi libri che hanno delle somiglianze con te o con persone che conosci?
Probabilmente più o meno inconsciamente alcuni tratti (psicologici) miei o di persone conosciute finiscono in questo o quel personaggio. Talvolta alcuni pronunciano frasi o esprimono opinioni che mi appartengono, ma sono "distribuite" qua e là.
Il tuo personaggio principale è una persona con cui normalmente andresti d'accordo?
Dipende dal libro: con alcuni sì, con altri proprio no.
Sviluppi i tuoi personaggi mentre scrivi oppure li conosci già prima di iniziare a scrivere?
Li conosco abbastanza ma approfondisco la conoscenza durante la stesura.
Cosa ti aiuta a concentrarti mentre scrivi?
Il silenzio, anche se non ne posso godere spesso.
Com'è il tuo spazio di scrittura?
Abbastanza disordinato. Il tavolo su cui lavoro è ingombro di fogli, quaderni, appunti, penne, qualche libro…
Hai mai viaggiato per raccogliere più informazioni per il tuo libro?
Poco; ho fatto qualche breve visita in luoghi specifici, quando mi è capitato. Almeno per ora.
Cosa ti aiuta a rilassarti mentre scrivi?
La cosa migliore è sempre il silenzio. Ma non direi che sono rilassata mentre scrivo: sono concentrata su quello che faccio.
Secondo te, cosa rende una storia spettacolare?
Non saprei. Ho letto storie spettacolari ma non so identificare cosa le abbia rese tali. Credo però che non basti un solo elemento, ci dev'essere un insieme di fattori che concorre a rendere una storia spettacolare. E non bisogna dimenticare che si tratta comunque di un'opinione soggettiva.
In quale momento della giornata scrivi di più?
Non c'è un momento particolare, però preferisco la mattina, perché ho più energia.
Chi sei quando non scrivi?
Una pensionata, una madre, una lettrice…
Come stabilisci i nomi dei tuoi personaggi?
I nomi propri li scelgo in modo che per me siano adatti al personaggio; i cognomi li invento o, talvolta, li cerco sull'elenco del telefono. Se i cognomi non sono italiani è tutto più difficile.
Cosa ti ha ispirato nell'ambientazione del tuo libro?
Mi riferisco al romanzo da bambini che ho pubblicato come self dopo che era scaduto il contratto con Piemme (La torre della Papessa). La storia si svolge sulle Dolomiti, in un paesino inventato, come pure lo sono le montagne intorno, ma ho cercato di riprodurre l'atmosfera e il fascino di quei luoghi che amo molto.
Qual è la cosa più difficile nello scrivere un personaggio del sesso opposto?
Non mi sembra, almeno per il momento, di aver trovato particolari difficoltà dovute al sesso del personaggio.