Hannelore Cayre - Le dita mozzate

25.11.2025

La trama mi ha subito incuriosita perché prometteva un viaggio indietro nel tempo, addirittura di 35000 anni. La protagonista è una donna appartenente a una tribù di Homo Sapiens, Oli. Lei ha un carattere forte, è curiosa e non le piace attenersi a regole rigide che la mettono da parte solo per il fatto di essere nata femmina. Oli è un personaggio che ho amato molto, la sua forza, pensando anche agli anni in cui vive, è più che ammirevole. La storia ha inizio ai tempi nostri durante i lavori di ristrutturazione di una casa. Durante gli scavi viene trovata una grotta che custodisce due scheletri e alle pareti ci sono impresse le impronte di mani femminili mutilate. Ai giorni nostri iniziano le indagini e ovviamente i lavori vengono bloccati e i lettori fanno viaggi nel tempo alla scoperta del passato del nostro mondo.
È stato un viaggio appassionante alla scoperta di un mondo che incuriosisce gli storici e non solo. Le mani impresse nella roccia e le scoperte che fanno durante gli studi alimentano la curiosità e la passione per la storia. C'è la possibilità di conoscere le emozioni che molto probabilmente sono state scoperte già da quei tempi ma che comunque spesso dobbiamo scoprire e riscoprire anche ai giorni nostri.
La trama è coinvolgente, Oli si muove ai suoi tempi ma come lei, anche oggi, le situazioni purtroppo si ripetono. La lettura scorre veloce, lo storia di Oli affascina e ci si affeziona, a lei e a quelle mani che hanno sentito dolore fisico e morale.
Complimenti a questa autrice che si è spinta tanto indietro nel tempo e ha saputo ricreare una storia consultando molti testi vista la varietà dei temi affrontati. Uno fra questi è la convivenza fra gli ultimi Neandertal e i nuovi Sapiens ma troviamo anche lo svilupparsi dell’immaginario dei miti, di saghe e leggende; la nascita del culto dei morti e degli antenati; la prima idea dell’esistenza dell’anima; la scoperta del bello e l’interesse per le pietre insolite e il loro possibile uso e significato; il primo manifestarsi del tabù dell’incesto; la conquista da parte delle donne di un ruolo nuovo, il loro diventare ‘persone’ a pieno titolo. Insomma il viaggio è denso di informazioni, bello da affrontare a fianco di una donna forte come Oli. L' autrice scrive, appassiona, è a tratti malinconica e riesce a svelare i pensieri di Oli facendo entrare il lettore nelle sue emozioni e stabilendo dei parallelismi tra un passato così antico e i tempi moderni. 

La brillante e ambiziosa paleontologa Adrienne Célarier scopre in Dordogna una grotta le cui pareti sono ricoperte di mani femminili mutilate e all'interno della quale vengono trovati due scheletri risalenti a 35000 anni fa. L'analisi dei resti rivela che si tratta della scena di un crimine. La storia si sposta allora indietro nel tempo e ci fa fare la conoscenza di Oli, la protagonista, una ragazza ribelle e coraggiosa appartenente a una tribù di Homo Sapiens. Stanca di subire continui soprusi per il solo fatto di essere nata femmina, Oli infrange tutte le convenzioni sociali a rischio della sua stessa incolumità. La sua ribellione getterà nel caos la comunità e sfocerà in una serie inaudita di violenze. Le dita mozzate è un noir atipico, in cui il nostro passato remoto diventa lo sfondo perfetto per indagare la nascita della sottomissione femminile e le sue origini. Le avventure di Oli, i suoi numerosi incontri con altre tribù e la sua lotta per essere rispettata al pari degli uomini, gettano una luce feroce sulle spietate dinamiche che regolano la sopravvivenza dell'umanità e su verità che molti preferirebbero negare.. 

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