Filippo Nanni - Il ciondolo di Alice
Chissà per quale motivo, forse per superficialità, a volte per convinzione o perché non si vuole imbattere in problemi non scaviamo a fondo per cercare la verità. Ci fermiamo a quello che vedono i nostri occhi e non appuriamo che sia andato tutto come immaginiamo. È quello che è successo tra queste pagine. Alice, una giovane giornalista, timida ma decisa perché ha sognato ed è riuscita a realizzare il suo desiderio, viene trovata morta in casa sua. Giovane, bella ma con un problema di salute a cui viene addossata la colpa per la sua dipartita. La famiglia crede a questa ipotesi, non ha elementi per dubitarne, ma un giornalista in pensione che ha lavorato con la ragazza non ci vede chiaro. Ci sono dei dettagli che gli fanno sorgere dei dubbi e deve trovare le risposte. Con delicatezza ma decisione inizia la sua indagine personale, scava a fondo, nel passato, tra gli oggetti e cerca informazioni che la possano portare alla verità. Conosceva Alice, sentiva che doveva trovare il vero motivo della sua morte, qualcosa era rimasto nascosto, qualcuno impunito. Il giornalista in pensione era sì andato in riposo ma quando la verità chiama, quando c'è un' ingiustizia impunita e salgono dubbi, bisogna prendere coraggio e cercare.
La trama non è innovativa, ma ben districata. La matassa non era facile da sciogliere ma il giornalista, calmo e rassicurante, deciso e determinato ha saputo catturare l'attenzione. Belli i personaggi. Il giornalista prima di tutti. Ogni personaggio poi ha lo spazio necessario per donare il suo contributo e trovare la verità. Le descrizioni dei luoghi mi hanno permesso di fare un salto in una vera redazione e capire un po' il meccanismo.
Filippo ha una scrittura chiara che accompagna il lettore tra le pagine del romanzo e nei cuori dei personaggi. È una storia delicata, si parla di solitudine, amore, sogni e verità. Una storia che scorre veloce, che affascina con la sua semplicità e pone una domanda che mi è rimasta impressa. Cosa resta di una vita quando la persona non c'è più? La famiglia rimane certamente colpita ma gli altri? E noi cosa vorremmo lasciare agli altri?
